Il governo Letta segue le tracce di Monti e ci porterà al cimitero. Un giudizio così duro non viene da qualche politicante populista (come lo definirebbero le anime belle dell’euro) ma dal Wall Street Journal.

Chi sperava che il nuovo governo tedesco potesse aiutare l’Europa resterà deluso. Il programma della Grande Coalizione è lungo ben 177 pagine e fa impallidire il ricordo del volume che aveva accompagnato la nascita della coalizione di Romano Prodi nel 2006.

La disoccupazione sta divorando il Paese: mentre la classe politica si interroga sulla decadenza di Berlusconi e sul congresso del Pd che incoronerà Matteo Renzi c’è una generazione in via di rottamazione.

La crisi trasforma in vizio anche le virtù. A cominciare dal risparmio, la cui importanza è tale da meritare tutela costituzionale.

Attenzione alle privatizzazioni sbagliate. Un’avvertenza da tenere presente mentre il governo si prepara a mettere sul mercato un blocco di proprietà pubbliche.

L’agguato alle tredicesime è pronto. Verrà organizzato soprattutto in banca con una patrimoniale su depositi e conti correnti. Sulla carta vale 527 milioni l’anno, ma il conto finale potrebbe essere assai più pesante, considerando che gli italiani non spendono più e che la paura del futuro sta facendo salire la propensione al risparmio.

Ormai siamo al gioco delle tre carte per chiudere i buchi del bilancio pubblico. Il governo presto passerà all’incasso per gli acconti fiscali in scadenza il 2 dicembre.

Lo scontro in corso fra la Germania e la Commissione Europea costerà nuove tasse all’Italia. Sembra una conclusione paradossale, ma è esattamente quanto sta accadendo.

La crisi italiana è come un videogame: abbattuto un mostro se ne presenta un altro più feroce. Il ministro Saccomanni e il presidente Letta promettono una fine d’anni piena di botti.