IL CONCETTO DI SOLIDARIETÀ EUROPEA È PER ALCUNI UN MENU “À LA CARTE”
L’Europa ha cominciato la sua ritirata e il fronte si è rotto proprio in Germania, il Paese che più di tutti ha tratto beneficio dall’euro.
L’Europa ha cominciato la sua ritirata e il fronte si è rotto proprio in Germania, il Paese che più di tutti ha tratto beneficio dall’euro.
Sul “Corriere della Serra” di oggi Beppe Severgnini si produce in una lunga difesa dell’Europa per dimostrarne l’insostituibilità. Sarebbe utile, però, che spiegasse con semplicità a cosa serve l’Unione europea dopo 14 anni di moneta comune e senza mai una accenno di spending rewiew come accade in tutti i Paesi membri.
L’avvocato Rosario Longobardi chiede al Pioniere: “Che fine farebbero i risparmi degl’Italiani se si abolisse l’euro e si ritornasse alla lira?
Scrive su Facebook Sergio Battistini Lazzeroni: “Il super euro avvantaggia per il momento solo la Germania. Mi stupisce la poca intelligenza tedesca”
La risposta è molto semplice: nemmeno i padri fondatori della moneta unica avevano capito esattamente quello che stavano facendo.
Il voto in Francia di domenica ha fatto emergere in tutta chiarezza il problema dell’euro: un ammonimento su cui riflettere a lungo.
Carlo Cottarelli, super manager di provenienza Fmi che si occupa dei tagli alla spesa pubblica, è l’uomo del giorno. Le sue tabelle con i tagli di bilancio sono considerate ormai comandamenti dai quali non si può sfuggire se davvero si vogliono risanare i conti dello Stato.
La ripresa appena nata è già finita: viene in mente la parafrasi di una vecchia canzone per descrivere quanto accade. Oggi il Centro Studi di Confindustria ha annunciato che, se tutto va bene, il Pil del 2014 salirà dello 0,5%.
Scrive su Facebook Mario Ferrero: “L’Italia non uscirebbe indenne con la lira. I tempi sono purtroppo cambiati. Le delocalizzazioni, la mancata attività di ricerca e decenni di corruzione hanno indebolito l’economia al punto che gli stranieri fanno quel che vogliono, dall’acquisto delle nostre aziende, all’accaparramento del nostro debito pubblico al fine di ricattarci, al differenziale dei tassi d’interesse insostenibile.
Gli italiani si stanno impoverendo ad una velocità più che doppia rispetto alla media dei Paesi della zona euro. La tesi è sviluppata nell’ultimo rapporto dell’Ocse sugli indicatori sociali.
Scrive Marco Figura su Facebook: “Il taglio delle tasse stando nell’euro è impossibile”.
Affermazione molto secca, che contiene una grande novità.