Nelle prossime ore sentiremo sicuramente molte lodi levarsi al cielo perché finalmente l’Italia è uscita dalla recessione: l’Istat fa sapere che ad aprile la produzione industriale ha toccato il top da agosto 2011 e, contemporaneamente, il superindice dell’Ocse dice che nessun altro Paese è migliorato tanto come l’Italia.

Neanche Mario Draghi crede nella ripresa. Il grande clamore che si è scatenato attorno alle decisioni di politica monetaria della Bce ha fatto passare in secondo piano questa semplice verità.

Mario Draghi ha fatto il suo dovere: ha abbassato i tassi d’interesse allo 0,15%, ha deciso che, da ora in avanti, le banche che terranno la liquidità depositata alla Bce  non solo non riceveranno remunerazione ma dovranno anche pagare il servizio, ha varato due piani di finanziamento straordinario (Ltro), e l’accelerazione del programma di acquisto di Abs ( i pacchetti che le banche confezionano con i crediti di difficile incasso).

Antonella Policastrese scrive alla rubrica “Segui il Pioniere”: Come è possibile l’affermazione più Europa, meno stato? In nome di cosa stanno cancellando i nostri diritti?

La Ue bacchetta l’Italia chiedendo una nuova manovra correttiva dei conti pubblici proprio nel giorno in cui l’Istat annuncia che la disoccupazione è giunta al livello record.