LA STRATEGIA DELLA PENSIONE COSTRINGE I GIOVANI A EMIGRARE
I ragazzi fanno bene a lasciare l’Italia. Non è più un Paese per giovani. Per loro non ci sono prospettive né lavoro.
I ragazzi fanno bene a lasciare l’Italia. Non è più un Paese per giovani. Per loro non ci sono prospettive né lavoro.
Per anni si è detto e scritto che la spallata decisiva all’Europa avrebbe potuto arrivare dalla Grecia, dall’Italia o dalla Spagna.
Un prelievo forzoso sui conti correnti per salvare le banche in difficoltà. Uno sfregio agli italiani e ai correntisti, rivelato dal sito Linkiesta e approfondito da La Stampa.
È bello svegliarsi certe mattine e scoprire che non viviamo fuori dal mondo. Scoprire che non siamo i soli a pensare che l’Europa a trazione tedesca sia una sciagura e che l’euro, così com’è, sia un disastro per la nostra economia.
Quattro lettori hanno inviato messaggi molto critici nei confronti dell’articolo pubblicato sul blog il 14 settembre in cui si parlava del tedesco come nuova lingua “ufficiale” della Ue.
Basta, chiudiamola, facciamo qualcos’altro. Che cosa ce ne facciamo di una Unione europea cui non crede più nemmeno il suo massimo esponente.
L’Italia non cresce da quindici anni e non lo farà né quest’anno e nemmeno il prossimo. Ad aprire il rubinetto della doccia fredda ci ha pensato l’Ocse.
Ora che la Cdu, la Democrazia cristiana tedesca, è crollata nella città-stato di Berlino, prefigurando sciagure per le elezioni politiche del prossimo anno, che ne sarà di lei?
«”Pil fermo da 15 anni”, l’allarme di Confindustria». Guarda caso proprio quindici anni fa l’Italia ha abbandonato la lira ed è entrata nell’euro.
Una vera e propria trappola, che ha sgretolato l’economia italiana e pregiudicato la possibilità di tornare in pista. Tra il 2000 e il 2015, sostanzialmente dall’introduzione dell’euro, il PIL è aumentato in Spagna del 23,5%, in Francia del 18,5% e in Germania del 18,2%.