LE IMPRESE RIPRENDONO I CONSUMI NO
Si iniziano a vedere, oggi, gli effetti dello tsunami economico che ci sta investendo. Imprese, negozi e ristoranti riaprono (chi può e chi ce la fa).
Si iniziano a vedere, oggi, gli effetti dello tsunami economico che ci sta investendo. Imprese, negozi e ristoranti riaprono (chi può e chi ce la fa).
Nicola Saldutti, una delle firme più autorevoli in Italia nell’area dell’economia, ha intervistato oggi, sulle pagine online dell’Economia, il fondatore di questo blog, Ernesto Preatoni, sul tema del debito italiano.
Il “pacco” – così lo chiamerebbero a Napoli – di Bruxelles ha un nome: “Il momento dell’Europa – Uniti nella ripresa”.
Sabato il fondatore di questo blog, Ernesto Preatoni, ha pubblicato un editoriale su Libero, dedicato al tema della patrimoniale che volteggia da mesi sopra la testa degli Italiani.
Qualche giorno fa, sulla testata online Start Magazine, è apparso un bell’articolo dedicato agli Stati Uniti, in cui lo Stato ha deciso di pompare denaro nelle casse delle imprese provate dalla pandemia per il Covid-19 mentre in Italia, nonostante due decreti di cui uno ad hoc come il dl Liquidità, i soldi arrivano con lentezza grazie alle solite lungaggini burocratiche.
Sabato scorso il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un’interessante inchiesta di Paolo Griseri, dedicata alla crisi economica che si è ormai abbattuta sull’Italia.
A Roma il Governo sta imbastendo l’ennesima mossa per raccogliere consensi: sebbene gli studi di statistica indichino per il 24 maggio il punto in cui i nuovi contagi da Covid-19 dovrebbero tendere allo zero, il premier sembra intenzionato a riaprire non prima dell’inizio di giugno.
Il Mes? All’Italia, secondo Conte, non serve. La realtà è ben altra: gli oltre 30 miliardi messi a disposizione dal Fondo Salvastati ci servirebbero come l’aria serve per respirare, soprattutto perché il denaro verrebbe prestato al Paese a tassi vantaggiosissimi.
In un’interessante intervista uscita la scorsa settimana sulle pagine di Start Magazine Giuseppe Liturri ha intervistato Vladimiro Giacché, presidente del Centro Europa Ricerche: nel corso dell’interessante chiacchierata è emerso un dato particolarmente spinoso.
Il 5 maggio la Corte Costituzionale tedesca si è espressa sulla legittimità per la Germania di aver partecipato al programma di Quantitative Easing (Qe) messo in atto dalla Banca Centrale Europea (Bce) a partire dal 2015.