NUOVE TASSE PER IL RECOVERY PLAN
Quando si parla di Recovery Plan ci danno sempre da intendere che stiano per piovere sulle case degli Italiani più di 200 miliardi di euro con cui ricostruire, dopo lo tsunami Covid-19.
Quando si parla di Recovery Plan ci danno sempre da intendere che stiano per piovere sulle case degli Italiani più di 200 miliardi di euro con cui ricostruire, dopo lo tsunami Covid-19.
L’Italia, finché prosegue la guerra al Covid-19 e alla fame di chi non può lavorare, avrebbe bisogno di continuare a emettere debito, poiché di soldi in cassa non ce ne sono abbastanza per arginare l’emergenza.
Adesso si discute su chi ha sbagliato. La Regione Lombardia oppure Roma? Ovviamente tra Milano e capitale si sta assistendo al solito rimbalzo di responsabilità.
Di solito, in questa rubrica, cerchiamo di occuparci di economia e non politica e nemmeno di cronaca. A meno che non sia proprio indispensabile per provare a spiegare il mondo in cui ci muoviamo.
Il documento inviato all’Unione Europea per ottenere i fondi previsti dal Recovery Plan potrebbe essere bocciato da Bruxelles. Come ha spiegato Tommaso Monacelli, professore di Economia all’Università Bocconi di Milano, in un’analisi pubblicata dal quotidiano online Start Magazine, la seconda versione del testo italiano sembra un documento meramente politico, volto a salvaguardare solo gli equilibri di breve termine, che l’Unione potrebbe rimandare al mittente.
La notizia è di un qualche giorno fa: Mark Rutte è stato costretto a dimettersi. Se non avete la più pallida idea di chi sia, non angustiatevi.
Nessuno ha voglia di parlarne ad alta voce, ma da qualche giorno più di un sospetto si aggira tra le sale parlamentari e tra i corridoi delle redazioni dei giornali.
Pubblichiamo integralmente l’articolo uscito sabato, sulle pagine di Libero, di Ernesto Preatoni, fondatore di questo blog, che commenta, senza mezzi termini il teatrino di Roma.
“Nel primo semestre 2020 i redditi privati non finanziari hanno registrato la contrazione più forte degli ultimi 20 anni, solo in parte contrastata dalle misure di sostegno”.
Il blog riparte, oggi, dopo la pausa natalizia. Ripartiamo oggi – con un qualche ritardo rispetto agli anni passati – perché abbiamo voluto prenderci il tempo per provare a capire cosa stesse succedendo nel nostro Paese.