LUNEDÌ NERO PER LA BORSA DI MOSCA
Le sanzioni del mondo occidentale nei confronti della Russia sono andate a segno: a partire da questa mattina è ufficialmente un “black Monday”, un lunedì nero per i mercati a Mosca.
Le sanzioni del mondo occidentale nei confronti della Russia sono andate a segno: a partire da questa mattina è ufficialmente un “black Monday”, un lunedì nero per i mercati a Mosca.
Gli Usa sembrano rassegnati a un’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia. E sono già pronti con un librone grande così di sanzioni economiche da applicare al Paese guidato da Putin.
Il conflitto in Ucraina è uno strumento che serve agli Usa, prima di tutto, per far ripartire la propria economia, e quella occidentale, aumentando la spesa militare?
Ungheria e Polonia sono la prova che il Recovery Plan è un’arma di ricatto a disposizione di Ursula Von Der Leyen: i due Paesi sono ancora in attesa dell’approvazione dei rispettivi Recovery Plan e già oggi subiscono, di fatto e senza alcuna tutela giurisdizionale, il ricatto della Commissione, senza che il regolamento a cui loro si sono infruttuosamente opposti sia mai stato applicato.
Mauro Bottarelli, qualche giorno fa, ha pubblicato un articolo in cui si fa una domanda di quelle difficili. E se non fosse la Russia, in realtà, a volere la guerra?
L’ultima mazzata alle banche arriva dall’Europa. Il consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (Bce), guidato da Andrea Enria, ha fatto sapere che le banche italiane, assieme a quelle tedesche e francesi, hanno un’esposizione al settore immobiliare commerciale “particolarmente alta in valori assoluti”.
Molti si aspettano, con la fine della pandemia, il ritorno alla normalità. È più probabile, invece, che, presto, saremo di fronte a nuove turbolenze: e non saranno scossoni che i mercati potranno riassorbire, come avvenuto in passato, ho paura che il disordine ci sarà a livello sociale.
C’era un bellissimo film uscito subito dopo la grande crisi dei mutui subprime, che si intitolava “Margin Call”. Nel cast Jeremy Irons interpreta il numero uno di una grande banca di investimento che decide di svendere tutti i titoli tossici della società in modo da salvarla dal fallimento, scatenando però una tempesta sui mercati finanziari.
Il mercato? Per il fondatore di questo blog, Un’Europa Diversa, Ernesto Preatoni, non basta più. Secondo Preatoni, che ha dedicato l’editoriale di sabato, sulle pagine di Libero, il mondo occidentale non può appellarsi al mercato quando ha bisogno di risposte di carattere sociale e soprattutto quando si parla di lavoro.
Dopo il danno, pure la beffa. Sono vent’anni che l’Italia non cresce per colpa dell’Europa e adesso, siccome da qualche mese il Pil ha ripreso a macinare, i fondi europei sono a rischio.