Merkel e compagni ce l’avevano tanto con le nostre popolari, peccato che in Germania il settore sia conciato veramente male: come riporta l’Handelsblatt – un articolo che è stato tradotto e riportato dal sito italiano Start Magazine – dopo il ciclone Wirecard, un altro scandalo potrebbe investire un nuovo istituto di credito tedesco, la Deutsche Handelsbank di Monaco (DHB).
Stando al servizio giornalistico, la truffa che vede al centro la piccola banca bavarese ricalca per molti versi quella di Wirecard, anche se le dimensioni dovrebbero essere minori. “Simile – scrive Start Magazine – è invece il meccanismo che avrebbe portato la Deutsche Handelsbank a diventare processore di pagamenti per una rete di dubbiose piattaforme online che promettevano a investitori al dettaglio vincite a giochi più o meno d’azzardo grazie all’impiego di intelligenti algoritmi. L’algoritmo non esisteva e alla fine neppure le vincite, dal momento che all’improvviso i soldi sparivano. Ad attirare i clienti, oltre alla loro avidità e alla presenza di piattaforme digitali più o meno credibili, l’appoggio con l’istituto bavarese, ritenuto affidabile nel meccanismo messo in piedi dai truffatori.”
I giornalisti di Handelsblatt hanno potuto leggere nelle carte della notifica presentata dai collaboratori di EFRI, la European Funds Recovery Initiative, alla procura di Monaco. L’organizzazione viennese, che agisce a tutela di 322 cittadini europei truffati per un valore di 11,5 milioni di euro, ha presentato ai magistrati bavaresi “documenti, dichiarazioni e prove che giustificano il sospetto che Deutsche Handelsbank AG abbia effettuato ingenti trasferimenti finanziari in relazione a siti web di trading online fraudolenti”.
Il meccanismo, riporta Start Magazine, è ormai noto almeno dal 2019, quando la procura di Saarbrücken portò alla luce il primo grande giro di frodi online, dietro il quale opera una mafia europea fortemente organizzata e in grado di operare in maniera capillare sul territorio, grazie alla compiacenza di ordinari istituti di credito. In generale sono oltre 200.000 i tedeschi caduti finora in queste trappole e le perdite ammontano a miliardi di euro, secondo i magistrati di Saarbrücken.
“Nel caso DHB – aggiunge Start Magazine, la banca sarebbe stata il canale di appoggio di una triangolazione costituita da call center operanti nei Balcani, da piattaforme di giochi d’azzardo e lotterie online all’apparenza credibili e, appunto dalla Deutsche Handelsbank. Il piccolo istituto di credito bavarese, di proprietà della famiglia miliardaria Reimann, con i suoi 70 addetti e uno stato patrimoniale di 820 milioni di euro, giocava un ruolo fondamentale, proprio perché ritenuta affidabile dagli investitori truffati.”
Per Elfriede Sixt, direttrice di EFRI, quanto è emerso finora è solo la punta dell’iceberg. “La maggior parte delle vittime neppure denuncia”, ha detto all’Handelsblatt, “esistono innumerevoli siti truffa online gestiti da una grande organizzazione criminale di tipo mafioso, ben strutturata”. Nella denuncia ai magistrati, Sixt e i suoi collaboratori fanno i nomi di alcuni siti, ripresi dal quotidiano tedesco: Connectum Limited, MoneynetINt, LeeWay Financials o HandelFX. Sono portali che, secondo l’accusa, avrebbero simulato conti con la Deutsche Handelsbank, “mentre altri fornitori avevano effettivamente i propri account a Monaco di Baviera”.













