Meno male che la crisi ce la doveva pagare l’Europa. Non bastava l’aumento del 40% sulle bollette, adesso il governo Draghi la patrimoniale ce la vuole piazzare sull’unico bene che era rimasto agli italiani. La casa. A quanto pare a Roma si stanno preparando ad approvare una legge che dovrebbe portare revisione del valore catastale degli immobili, dalla quale dipende il livello di imposizione sul mattone.
Stando a quanto riporta oggi il quotidiano La Repubblica, l’esecutivo starebbe lavorando alla legge delega che definirà i contorni entro i quali riformare il sistema della tassazione italiana: sarà un documento ampio, che il premier punta a portare a casa in tempi rapidi, e che prenderà le mosse dal documento licenziato a inizio estate dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, dove è stata trovata una sintesi politica delle proposte condivise. “Quel che dà maggiormente da discutere, però, è quel che in quel documento parlamentare non era finito – scrive il quotidiano romano –: ovvero la revisione del valore catastale degli immobili, dalla quale dipende il livello di imposizione sul mattone. Una omissione scientemente ponderata per evitare polemiche, che però torna d’attualità visto che il tagliando agli estimi – secondo le raccomandazioni della Commissione europea e le osservazioni di molti organismi internazionali – non è più rinviabile e, su questo, il governo pare d’accordo. Una eventualità che agita soprattutto il centro-destra: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno già messo per iscritto il loro “no”.”
Il Consiglio dei ministri di giovedì potrebbe ricevere una prima informazione di massima sui progetti allo studio del governo, ma le previsioni dei bookmakers danno uno slittamento della delega almeno alla prossima settimana. Se l’intenzione dichiarata del ministro Daniele Franco è di procedere con una riforma organica, perché toccare le tasse una alla volta è ormai un esercizio insufficiente per l’arzigogolato sistema fiscale italiano, si scontra con il tema delle risorse che impone di fatto di procedere per gradi.
Poi certo, ci dicono che comunque Draghi e soci vogliono tagliare le tasse: “L’ipotesi che, dalle recenti riscostruzioni, è più accreditata è di operare un taglio al cuneo fiscale su alcune voci mirate. Anche in questo caso, però, le opzioni sono molteplici – spiega Repubblica – e . Fondamentalmente si tratta di decidere se andare dal lato dei lavoratori o dei datori. Su quest’ultimo fronte, ha rilevato il quotidiano della Confindustria, una leva potrebbe esser quella di tagliare l’onere della Cassa unica assegni familiari, che pesa sulle imprese e sulle famiglie che danno lavoro a badanti&Co.”
La sensazione è che, come al solito, i cittadini sentiranno eccome, sulla schiena, il peso di nuovi balzelli, mentre le misure per ridurre il carico fiscali finiranno in piccole mancette che non sposteranno verso l’alto la capacità di spesa delle famiglie. Tutto come al solito.













