Cosa succede oggi? È quello che ci domandiamo tutti, più o meno. Ieri il presidente del Consiglio, Conte, ha avuto una giornata fitta di incontri, fatti per preparare una stretta che ha sempre dichiarato di non volere. Il “mini-lockdown”, almeno per le aree classificate col rischio più elevato (Lombardia, Lazio, Val d’Aosta, Liguria e provincia autonoma di Bolzano) sembra ormai scontato. La priorità ormai è evitare la paralisi degli ospedali. Resta da vedere, più avanti, una volta che il Paese avrà superato la tempesta, quali saranno i costi da pagare sul piano economico e sociale.
“Zone rosse” nelle aree dove l’Rt (l’indice di trasmissione) supera l’1,5, divieto di spostamento tra le Regioni, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, limitazioni per le altre attività commerciali, coprifuoco anticipato. Sono queste le misure che il Governo sembra pronto ad annunciare tra questa sera e domattina. L’obiettivo della nuova stretta sarebbe quello di evitare un lockdown generalizzato, che metterebbe definitivamente in ginocchio il Paese.
“Anche il Comitato tecnico scientifico — convocato d’urgenza sabato pomeriggio — ritiene che non ci siano al momento le condizioni per bloccare l’Italia come avvenuto a marzo, né di fermare l’attività di intere Regioni. Suggerisce però di procedere subito con lockdown locali a livello provinciale – scrivevano sabato scorso Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini sulle pagine del Corriere della Sera –. Il governo sceglie dunque di agire a livello nazionale con un decreto «cornice» che alza l’asticella dei divieti e lascia a governatori e sindaci la possibilità di intervenire sul proprio territorio seguendo però un unico criterio: adeguare le decisioni all’indice di contagio e alla situazione delle strutture sanitarie indicate nel monitoraggio settimanale messo a punto dall’Istituto superiore di sanità.”
A decidere su dove e come chiudere, nei piani del governo, saranno le entità locali. Il governo, sempre secondo il Corriere, dovrebbe inserire nel nuovo Dpcm i criteri di valutazione e poi dovranno essere i governatori, d’intesa con il ministro della Salute Roberto Speranza, a stabilire dove e come imporre le restrizioni. Sarà possibile procedere con lockdown locali, dunque aree metropolitane se la situazione non è uniforme nell’intera Regione. Sulla base dei dati dei nuovi contagiati rispetto ai tamponi effettuati e della tenuta delle strutture sanitarie saranno i governatori a dover decidere le eventuali limitazioni. In particolare si potrà agire sulla chiusura delle scuole per passare alla didattica a distanza, sugli orari di apertura dei negozi e il possibile scaglionamento, gli orari di chiusura di bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie che possono subire ulteriori limitazioni rispetto a quelli decisi a livello nazionale, adesso previsti alle 18. Non sarà, infine, più possibile oltrepassare i confini regionali se non per «comprovate esigenze», quindi motivi di lavoro, di salute oppure emergenze che dovranno essere giustificate con un’autocertificazione.













