LA GUERRA DEI POVERI
Le scene che si sono viste ieri in tutta Italia dovrebbero far pensare. Ambulanti e commercianti fermi, in mezzo alla strada, a protestare nelle maggiori città del Paese.
Le scene che si sono viste ieri in tutta Italia dovrebbero far pensare. Ambulanti e commercianti fermi, in mezzo alla strada, a protestare nelle maggiori città del Paese.
Qualche settimana fa, sulle pagine del quotidiano La Repubblica, è apparsa una riflessione sul tema dell’inflazione. Nell’articolo di Francesco Guerrera ci si domanda quello che gli investitori e grandi paperoni si domandano da mesi: siamo finiti in una bolla?
Qualche giorno fa il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un interessante intervento sul tema relativo alla guerra del vaccino che si sta giocando, in questi giorni, in Italia e in Europa.
Prima ci hanno convinti a trasferire tutti i dati relativi alle nostre carte di pagamento su una bella app. Poi a usare le carte di credito per pagare anche un caffè.
Sabato scorso il fondatore di questo blog, Un’Europa Diversa, Ernesto Preatoni, è tornato, col suo editoriale, sull’intervento che Paul Krugman ha pubblicato sul New York Times, in cui ha definito la politica UE sui vaccini “a very European disaster”.
Alla Merkel, ultimamente, non ne va bene una. Prima il suo partito ha preso una batosta alle elezioni. Poi si è dovuta rimangiare il lockdown duro a Pasqua.
Le riserve stipate sui conti correnti degli Italiani vanno verso la cifra “monstre” di 2milia miliardi di euro. Un’enormità. Sembra una buona notizia, ma in realtà è una brutta situazione che rischia di trasformarsi in una bomba sociale.
La campagna di vaccinazione nella UE è a “a very european disaster”, un disastro tutto europeo e la responsabilità di questo pasticcio è, ancora una volta, dei politici e tecnici di Bruxelles che, invece di preoccuparsi della salute delle persone, hanno passato settimane e mesi a rimpallarsi possibili responsabilità sulle autorizzazioni ai farmaci e a portare avanti assurde trattative sui prezzi dei vaccini.
Le difficoltà del Vecchio Continente sono molto più grandi di quanto Merkel e soci non abbiano il coraggio di dire. “Da un paio di domeniche a questa parte, il commento del capo economista di Unicredit Erik Nielsen non lascia spazio a dubbi – scrive Giuseppe Liturri in un commento sulle pagine della testata online Start Magazine –: la UE sta commettendo lo stesso errore del 2011/2012, cioè ridurre troppo in fretta il sostegno dei bilanci pubblici all’economia, rallentando così il recupero del livello di attività pre Covid.
Che il 2020 sia stato un annus horribilis per il Paese lo abbiamo già scritto. Quello che non abbiamo raccontato, però, riguarda l’impatto che il Covid ha avuto sul turismo, un settore vitale per il nostro Paese.