Riprendiamo un articolo che avevamo pubblicato il 10 luglio 2018, dedicato al pensiero di Paolo Savona che – da ministro dei rapporti con l’Unione Europea – aveva pronunciato un discorso che avremmo dovuto letteralmente mandare a memoria.
A quanto pare persino a Roma si sono accorti che l’Europa non ha alcuna intenzione di condividere i debiti che l’Italia dovrà fare per cercare di non finire nel baratro di una nuova, grande, depressione.
Daniele Capezzone, qualche giorno fa, ha pubblicato un interessante commento sul quotidiano La Verità dedicato al “pacchetto” di interventi che dovrebbero, almeno a parole, andare nella direzione di aiutare l’Italia nella lotta al Covid-19 e nella “ricostruzione”.
Sono anni che questo blog si batte perché la classe dirigente italiana provasse a cambiare le cose a Bruxelles. Le logiche con cui è stata guidata la Banca Centrale Europea, le trattative sul debito della Grecia, quelle sul debito italiano.
Arrivano i bonus per cercare di aiutare chi non sta lavorando e, soprattutto, chi non ha i soldi per fare la spesa.
Facciamo il punto della situazione sul fronte dell’epidemia, anzi della pandemia, Covid-19 che ha colpito l’Italia. Il Paese è fermo, congelato.
“Dieci anni fa dicevo alle mie controparti di stare alla larga dai bond perché era ovvio che sui mercati gli investitori stavano giocando a impilare una montagna di carta straccia, condita con polvere da sparo e benzina – ha scritto sabato scorso Ernesto Preatoni sulle pagine di Libero –.
Solo gli stupidi, a quanto pare, non cambiano mai idea. Ed è così che anche l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), da Parigi, dove ha la sua sede, l’Ocse ha cambiato idea.
La pandemia determinata dal virus Covid-19 sta creando condizioni simili a quelle – sperimentate nel passato – durante i grandi conflitti.
La Germania – che negli ultimi dieci anni non ha dovuto fare tagli alla sanità e nemmeno assicurare avanzi di bilancio per ridurre il debito pubblico – ha deciso di portarsi avanti e di attivare un piano Marshall tedesco per salvaguardare la propria economia dall’impatto del Covid-19.