Con buona pace della Merkel e di tutti i Paesi “virtuosi” del Nord, in Europa si inizia a discutere del debito e dei tempi per rientrare nel famoso rapporto del 60%. Volete sapere la novità? Persino Gentiloni ha iniziato a dire, a Cernobbio, che ci vogliono regole nuove e tempi più morbidi per consentire ai membri Ue rientri più lenti nei parametri fissati dall’Unione. La verità è che il debito non si ripagherà mai, soprattutto dopo il Covid.

“Per il post pandemia serviranno nuove regole europee sui conti pubblici – scriveva qualche giorno fa il sito di Repubblica –. E tra queste andranno riviste la tempistica e le prescrizioni indicate nei Trattati per raggiungere l’obiettivo della riduzione del rapporto debito/pil verso il 60%. Lo ha detto il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni, intervenuto al Forum The European House – Ambrosetti a Cernobbio.”

“Il nuovo patto sulla stabilità fiscale dell’Unione europea deve rispondere a due problemi: evitare il calo degli investimenti privati e incoraggiare gli investimenti pubblici”. In un primo momento il suo messaggio era stato interpretato come la volontà di modificare il tetto del debito rispetto al Pil, fissato al 60% dal Trattato di Maastricht. In realtà, è stato poi chiarito, Gentiloni si riferiva alla necessità di aggiornare le regole fiscali dopo la pandemia, anche a livello comunitario. Parlando poi a margine, si è espresso anche a favore dell’estensione dell’obbligo di green pass.

“Penso che l’estensione del green pass e dell’obbligo del green pass sia la strada giusta indicata anche dal presidente Mario Draghi. E’ la strada che si segue in Europa”, ha detto Gentiloni. “Quella del green pass e dei vaccini nel Vecchio Continente è stata una storia di successo: noi abbiamo il 71% degli europei adulti vaccinati, eravamo indietro rispetto a Usa e Uk, ora siamo avanti ma l’ultima parte di questo lavoro va ancora fatta se vogliamo garantire la sicurezza”, ha aggiunto Gentiloni, ribadendo che “c’è ancora molto da fare, abbiamo uno strumento il green pass, usiamolo”.

Il ministro, conclude Repubblica, ha parlato anche del Recovery Fund. “Il Governo sa benissimo che fino a ora abbiamo finanziato un piano, a partire da dicembre-gennaio erogheremo dei finanziamenti per il raggiungimento di scadenze e obiettivi che sono in questo piano e sono una cinquantina di obiettivi e diverse riforme: un gran lavoro da fare”, ha detto. “Le riforme piu’ urgenti per gli accordi presi con Bruxelles sono la delega fiscale, tempi della giustizia civile e la legge sulla concorrenza. Tre cose che a dirle così sembrano semplici ma sono tempi molto importanti per il parlamento”, ha aggiunto.

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