di Angelo Maria Perrino
Dopo le elezioni più che su Parigi, anche gli occhi dell’imprenditore Ernesto Preatoni sono ora puntati su Atene. “E’ facile prevedere una sua uscita dall’euro. A questo punto devrebbero meditare i fautori del ‘rigore’: la Grecia avrebbe necessitato di un piano ‘Marshall'”, spiega ad Affari. E ammette di vedere nero più che mai: “Ora non sono più così sicuro che la medicina giusta sia creare una inflazione moderata e controllata, perché…”
L’INTERVISTA
Preatoni che previsioni economiche si sente di fare alla luce dei risultati elettorali in Francia e in Grecia?
“Mi sembra di poter dire che, a una situazione chiaramente complicata, si aggiungeranno altri fattori di instabilità. Per quanto riguarda il voto elettorale in Francia mi incuriosisce (come mi aveva già incuriosito Monti da editorialista) cosa farà Holland per rilanciare la crescita.
Mi sembra che tutti arrivino con grave ritardo al rilancio della crescita. La situazione sociale richiede interventi celeri mentre le soluzioni possibili sono tutte di lungo periodo”.
Ma lei cosa farebbe per rilanciare la crescita?
“Se la situazione sociale me lo permettesse, il modo più sano per rilanciare la crescita sarebbe di rilanciare gli investimenti, ma nella situazione attuale gli investimenti in tutta l’Europa, ed in particolare in Italia, latitano.
Pertanto, nel corto periodo, questa soluzione non è praticabile poiché il risultato positivo degli investimenti necessita di qualche anno”.
Ma allora non c’è via d’uscita?
“Prima di risponderle, vorrei parlare del caso che a me sembra più preoccupante: la Grecia.
La Grecia è ormai ingovernabile, e secondo me è facile prevedere una sua uscita dall’Euro.
Dovrebbero a questo punto meditare i fautori del ‘RIGORE’ che hanno ridotto la Grecia nelle attuali condizioni”.
Non mi dirà che la colpa della situazione attuale della Grecia sia da attribuire all’Europa?
“In ordine cronologico i greci sono i primi responsabili ma l‘Europa ci ha messo del suo.
La Grecia, 3 anni orsono, avrebbe necessitato di un piano ‘Marshall’ e non di un rigore estremo.
Ricordo un paio di anni fa quando i banchieri dell’Europa parlavano di un default al massimo del 30%. Il default è stato del 75% e il 25% verrà pagato (se verrà pagato) in un periodo lunghissimo. Il debito pubblico greco è trattato sui mercati a poco più del 20% del valore nominale. E’ come dire che il default vero è stato del 95%! Con buona pace delle previsioni dei banchieri europei.
E quello che è peggio è che si è distrutta completamente l’economica greca.
Per restituire i debiti la gente deve essere messa in condizioni di lavorare. Un piano ‘Marshall’ avrebbe aiutato la gente a rimanere attiva. Il rigore ha provocato innumerevoli fallimenti, disoccupazione alle stelle ed impossibilità di ripagare il debito.
Il rigore della Merkel e di Monti assomiglia molto al ‘rigor mortis’.
I tedeschi in particolare si sono dimenticati che la loro economia nel dopoguerra è stata risollevata da forti iniezioni di liquidità e non dal ‘RIGORE'”.
E le conseguenze di tutto ciò?
“Come Lei ben sa, ho sempre sostenuto che una inflazione controllata era la medicina corretta.
Grandi iniezioni di liquidità e creazione di aspettative di prezzi in crescita avrebbero rilanciato negli ultimi 3 anni gli investimenti e l’occupazione.
Sino a quando gli imprenditori, i risparmiatori ed i consumatori avranno l’impressione che i prezzi tra un anno saranno gli stessi o addirittura inferiori, tutti si asterranno dal consumare e investire.
Oggi non sono più così sicuro che sia possibile creare una inflazione moderata e controllata. Se la Grecia, come mi pare probabile, uscisse dall’Euro, è possibile che si assista ad una disgregazione della moneta unica e a un ritorno alle monete nazionali.
Questo comporterebbe inflazione al di fuori di ogni controllo.
La cosa più incredibile è che i veri responsabili di questo disastro non stiano cambiando opinione poiché, evidentemente, la loro credibilità è legata indissolubilmente al successo delle politiche di rigore.
Ecco perché nella vecchia Europa, non posso che essere negativo”.
(fonte Affari Italiani – 7 maggio 2012)













