Le Borse di tutta Europa sono in calo. Il motivo? Gli investitori, nel dubbio, non scommettono più sul Vecchio continente, vogliono sapere cosa farà la Bce. Già perché finché la Banca Centrale Europea continua a comprarsi il debito degli Stati Membri e a sterilizzare il rischio, le Borse salgono. Ma vedrete cosa accadrà appena si inizierà a parlare di tapering, ovvero di mettere fine allo stimolo monetario. Nel frattempo l’inflazione avanza.

Le Borse europee ripartono ancora in calo all’indomani di una seduta incerta a Wall Street, con i principali indici che hanno chiuso contrastati. L’attesa in Europa è tutta per la riunione del consiglio direttivo della Bce in programma domani, dopo che tra i “falchi” di Francoforte si sono levate le prime voci a favore di un progressivo ritiro degli stimoli da parte della Banca Centrale Europea.

“Gli analisti di BofA ritengono che la riunione di domani della Bce sarà particolarmente delicata sotto quattro aspetti, che dovranno essere chiariti nei prossimi mesi – scrive Elena Dal Maso sul sito di Milano Finanza –. Secondo gli esperti della banca d’affari americana, Francoforte annuncerà una “piccola riduzione del ritmo del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program)”. E dovrà poi chiarire quale sarà il ritmo trimestrale degli acquisti sotto il cappello del piano pandemico, il PEPP per l’appunto, già domani e poi di nuovo a dicembre. In secondo luogo il governatore, Christine Lagarde, dovrà aggiornare la data annunciata di fine del PEPP, attualmente marzo 2022.”

Inoltre, terzo punto, dovrà essere chiarito il ritmo dell’APP, ovvero il Programma di acquisto di asset dopo la fine del PEPP e, quarto punto, un potenziale disaccoppiamento dell’APP dai tassi nella cosiddetta forward guidance. Le risposte agli ultimi tre punti, scrive BofA, “sono cruciali per i mercati”, ma gli analisti non ritengono che tutto sarà reso chiaro già da domani. Il punto è che eventuali aree grigie che potrebbero emergere, di non chiarezza, potrebbero innervosire i mercati. Tanto che BofA aggiunge: “non ci sembra banale per Lagarde trovare risposte che rassicurino gli investitori sul fatto che il Qe potrebbe non finire prima di quanto precedentemente ipotizzato”. In quel caso il sottointeso sarebbe che le attese di crescita economica non sono soddisfatte.

Per BofA il vero rischio al momento non è tanto il calo del PEPP, che se invece fosse moderato potrebbe offrire “alcune opportunità sui tassi. I rischi per l’euro sono al rialzo in caso di una comunicazione troppo da falco della Bce e di indicazioni prospettiche che suggeriscono uno stop anticipato del programma di Quantitative Easing dopo la fine del PEPP e molto prima che la Bce inizi a rialzare i tassi”.

Insomma: dopo quasi due anni di pandemia e crisi economia le economie stanno ripartendo – insieme a i piani di stimolo fiscale voluti dai governi – e questo rischia di generare inflazione. Le banche centrali vorrebbero mettere il piede sul freno, ma hanno paura di farlo quando la strada è ancora ghiacciata. Riusciranno a non schiantarsi?

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