Di solito, in questa rubrica, cerchiamo di occuparci di economia e non politica e nemmeno di cronaca. A meno che non sia proprio indispensabile per provare a spiegare il mondo in cui ci muoviamo. Oggi abbiamo deciso di scrivere dei “furbetti del vaccino”: ci sono circa 550 persone che, per certo, sono riusciti a “saltare la coda” e a prendere la dose che sarebbe stata di qualcuno che ne avrebbe avuto più bisogno. Se siamo in guerra contro il virus, questa è la borsa nera. E se questa è la moralità di questo Paese, allora l’Italia vuole fallire.
Ci sono più di 500 persone in Italia che dovrebbero vergognarsi, ma vergognarsi davvero tanto: sono persone che sono riuscite a saltare la coda per il vaccino anti Covid-19. “I casi scoperti (intendendo quelli su cui è stata aperta un’indagine) sono 540 ma i Nas dei carabinieri che stanno conducendo le verifiche sanno bene che quelli che non sono ancora venuti fuori sono molti ma molti di più – scrive Alessandra Ziniti su Repubblica –: amministratori, dirigenti d’azienda, familiari e amici di medici, sindaci ed ex sindaci, persino figli e nipoti giovanissimi. I loro nomi, naturalmente, sono tutti scritti nei registri delle Asl che hanno loro iniettato la prima dose.”
Il bello è che questi ora, rischiano di rubare una seconda dose a chi ne avrebbe bisogno, quella del richiamo. “Il dilemma, non da poco, adesso è: ma ai furbetti del vaccino dobbiamo pure fare la seconda dose – spiega Ziniti su Repubblica –? Con le fiale contate, le regioni costrette a frenare sul calendario, gli anziani che si vedono rinviate di settimane le convocazioni per la somministrazione, è giusto o no completare il percorso di quanti sono riusciti a passare avanti a tutti grazie alla compiacenza di amici nei centri di vaccinazione?”
Non fare ai furbetti la seconda dose, aggiunge Ziniti, significa di fatto buttare quelle già somministrate a persone che (certamente non prima di diverse settimane) come tutti andranno vaccinate, ma fargliela è un’operazione eticamente dura da mandare giù. E le Asl si dividono. In Puglia, ad esempio, hanno deciso che i richiami non andranno fatti, non subito almeno, in Sicilia (la regione al momento con il record di furbetti smascherati) e in Piemonte invece concederanno il richiamo con segnalazione alle autorità competenti.
Siamo un Paese impoverito, in difficoltà, ma soprattutto siamo un Paese di furbetti, dove uno vale più degli altri se con l’astuzia riesce ad aggirare le regole. Possiamo disquisire di economia e geopolitica per anni, ma se non siamo minimamente capaci di rispettare la collettività e lo Stato questo Paese si condanna al fallimento da solo, senza bisogno dell’aiuto dell’Europa, che pure ci ha messo del suo ad affossare l’Italia.













