Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi un bellissimo articolo, a firma di Isidoro Trovato, dedicato al mondo dei liberi professionisti: il sospetto – più che un sospetto – è che a Roma li considerino figli di un dio minore. L’ultima prova? Il ministero dell’Economia che ha espresso parere negativo su tutti gli emendamenti presentati al Dl Rilancio che chiedevano includere i professionisti al Fondo perduto. Secondo il Corriere è l’ultimo capitolo dello scontro tra l’esecutivo e il settore del lavoro autonomo: il bonus da 600 euro concesso per un solo mese, il mancato dialogo col mondo delle professioni associative e adesso l’esclusione definitiva dai contributi a fondo perduto.

“Esclusione dal fondo perduto – scrive oggi Trovato sulle pagine del Corriere, limiti reddituali per accedere agli incentivi, tempi biblici per l’erogazione della cassa integrazione, niente credito di imposta per gli studi nelle proprie abitazioni, questi sono i temi di scontro che coinvolgono anche i quattro milioni di professionisti associativi.”

“Rappresentiamo un mondo di lavoratori ad oggi invisibili agli occhi del governo – afferma Emiliana Alessandrucci, presidente del Coordinamento libere associazioni professionali – Gli incomprensibili limiti ad alcune misure governative, poi, portano all’esclusione di una larga parte del mondo professionale dal sostegno pubblico. La mancata convocazione agli Stati generali, sembra confermare il nostro sospetto: il governo non è attento alle nostre esigenze e non capisce l’importanza del mondo professionale”.

Chi invece, scrive ancora Trovato, agli Stati generali ci sarà (domani), in rappresentanza delle professioni ordinistiche, è la presidente del Comitato unitario professioni, Marina Calderone che presenterà al governo un elenco di proteste e di proposte. “L’esclusione dalla fruizione del contributo a fondo perduto – ricorda Calderone – risulta tanto più incomprensibile, vista la difficoltà oggettiva in cui versa il settore delle professioni, Ciò crea una ingiustificata disparità di trattamento tra soggetti che svolgono le medesime attività.”

Una disparità che nasce, secondo il sospetto dei professionisti, da un vecchio pregiudizio, conclude Trovato. “Negli ultimi 12 anni – afferma il Presidente di “Economisti e giuristi insieme”, Massimo Miani – ciascun professionista ha perso circa 13 mila euro di reddito l’anno. Per questo è inaccettabile sentire ancora pregiudizi sui professionisti come classe privilegiata che non ha bisogno di aiuti”.

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