Su Repubblica di lunedì scorso è apparso un articolo pieno di verità e quindi profondamente sconfortante. Titolo: “Navigator, missione fallita”. Svolgimento: è la storia di un quasi tremila lavoratori dello Stato che avrebbero dovuto trovare lavoro ai destinatari del reddito di cittadinanza. Di fatto le Regioni non li hanno mai utilizzati.

“A un anno dal quiz a crocette che li ha selezionati alla Fiera di Roma — 100 domande in 100 minuti — i 2.980 navigator sono perfetti fantasmi – scrive Valentina Conti su Repubblica –. Scaricati dalla politica che li ha creati, in primis M5S. Scaricati da Anpal che li ha assunti, ma non ne monitora la produttività. Scaricati dalle Regioni che non li hanno mai voluti, li trattano da assistenti e che rivendicano — come da Costituzione — 20 diverse titolarità nelle politiche attive per il lavoro. Risultato: nessuno sa esattamente cosa fanno. Quanti posti hanno trovato ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Come hanno inciso.”

In pratica: lo Stato ha assunto quasi 3000 persone, ma non si sa bene per far cosa. Quello che Repubblica è riuscita a ricostruire, per certo, è che li paghiamo con le tasse. “Si sa che sono scesi a 2.850: gli altri hanno vinto concorsi pubblici seri. Si sa che sono precari: co.co.co. in scadenza il 30 aprile 2021. Si sa che guadagnano 27.339 euro lordi all’anno più 300 euro lordi al mese di rimborso trasferte – aggiunge Conte –. Costo totale dei navigator: 500 milioni stanziati dal governo M5S-Lega. Molti tra loro — se non tutti — hanno pure chiesto l’indennità da 600 euro per marzo e aprile. Nonostante lo stipendio non si sia fermato, il poco lavoro con i centri per l’impiego chiusi. E la sospensione — dal 9 marzo al 17 luglio — per i percettori di reddito delle condizionalità: recarsi ai centri e accettare un’offerta congrua di lavoro per non perdere l’assegno.”

Nei guai sembra essere pure l’Anpal, l’Agenzia che ha assunto i navigator: non riesce ad approvare il piano industriale e anche il suo bilancio sembra a rischio. In più la piattaforma informatica che l’azienda avrebbe dovuto mettere a punto per permettere ai famosi navigator di funzionare non è ancora in versione definitiva: “My Anpal” esiste, ma è ancora un prototipo. “Le aziende non la usano per mettere le vacancy, le offerte di lavoro – conclude Conte –. E non serve neanche a monitorare i navigator. Ecco perché nessuno sa cosa fanno. E i 65 mila posti di lavoro su 820 mila che avrebbero contribuito a trovare? «Non sappiamo se per opera dei navigator o grazie ai contatti personali», ha detto lo stesso Parisi a Repubblica. Di fatto, si tratta di autocollocati per lo più con contratti precari, già scaduti. E grazie all’unica politica attiva che ancora funziona in Italia: le conoscenze.

In pratica: col reddito di cittadinanza l’Italia ha trovato il modo di elargire uno stipendio a quasi 3mila persone che sono state messe in condizione di fare poco o niente, a parte formarsi e prendere un discreto stipendio. Un giochino che ai contribuenti è costato la bellezza di 500 milioni di euro. Complimenti.

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