Un rapporto della Fondazione Anna Kuliscioff prova ad analizzare i dati sulle ore di Cassa Integrazione richieste ed effettivamente utilizzate dalle aziende per disegnare lo scenario che ci aspetta nel momento in cui finiranno le risorse messe a disposizione dal Governo attraverso la Cig. Uno scenario, quello prospettato dallo studio, che fa venire i brividi.
“Il Rapporto “Occupati e Disoccupati” dell’Istat riferito al mese di maggio sembra indicare che, pur rimanendo in campo negativo, la caduta dell’occupazione (così come altri indici econometrici) ha perso velocità. Gli occupati sono 22.777.000, meno 84.000 rispetto ad aprile, con un calo dello 0,4% – scrive la Fondazione sulle pagine del quotidiano online Start Magazine –. Tra aprile e marzo il calo era stato di oltre tre volte superiore (meno 1,3%). Il segno negativo tuttavia resta molto forte se consideriamo il dato accumulato negli ultimi tre mesi (comprensivi quindi del lock down): in questo periodo gli occupati sono calati di 381.000 unità, e addirittura di 620.000 rispetto a maggio 2019. Un altro dato “positivo”, in questo caso effettivamente un’inversione di tendenza, è l’aumento significativo della popolazione attiva, ossia della somma tra chi lavora e chi cerca lavoro: + 307.000 rispetto al mese precedente (+18,9%).”
Le notizie “buone”, però, per la Fondazione finiscono qui: se entriamo nei dettagli troviamo dinamiche fortemente negative, peraltro già previste in numerose recenti ricerche. Innanzitutto la stragrande maggioranza dei nuovi disoccupati sono donne: 227.000 contro 80.000. Degli 84.000 che han perso il lavoro in maggio le donne sono la stragrande maggioranza: 65.000. Non abbiamo dati concreti in proposito ma è facile immaginare che siano stati falcidiati i part time a basso livello professionale, che erano tipici dell’occupazione femminile. Dei citati 84.000 cessati 79.000 erano lavoratori a termine. In questa fattispecie contrattuale si è determinata un’autentica moria: 318.000 cessati in termine di trimestre. Guarda caso, ancora una volta, praticamente tutti coloro che nel trimestre hanno perso il lavoro. Cominciamo a farci un’immagine di chi, al maggio 2020, ha perso il lavoro: principalmente donne con contratto a termine part time, e poi lavoratori a termine in genere.
“È facile immaginare cosa accadrà quando cesserà inevitabilmente la copertura della Cassa Integrazione, che finora ha bene o male tenuto in piedi la baracca dell’occupazione, consentendo anche risultati “positivi” come quelli sopra illustrati – conclude la Fondazione –. Per avere un’idea delle dimensioni di ciò di cui stiamo parlando, solo nel comparto alberghi-ristorazione i cassintegrati sono quasi 1.200.000; i contratti a termine ancora vigenti (per lo più perchè prorogati in virtù di Decreto Legge) sono circa 3.000.000. Una parte soltanto degli oltre 8 milioni di lavoratori per i quali è stata richiesta la Cassa Integrazione. Attualmente le Indennità di Disoccupazione (NASPI e DisColl) autorizzate sono circa 180.000 a maggio, con crescita reale ma moderata nel trimestre: possiamo aspettarci uno tsunami quando la copertura CIG cesserà. In termini di spesa pubblica comporterà di mantenere invariato il livello di spesa almeno per un biennio (grosso modo la CIG comporta la stessa spesa del NASPI) ma sapendo che sarà necessario un grande e ulteriore sforzo in termini di politiche del lavoro per far fronte a una situazione che finora è stata (legittimamente) tamponata.”













