Il fondatore di questo blog, Ernesto Preatoni, sabato scorso ha pubblicato un articolo dedicato a una delle più grandi truffe perpetrate nella Silicon Valley, da parte di Elizabeth Holmes. Osannata dagli investitori, prometteva di portare nelle case e nelle farmacie di tutto il mondo una macchina in grado di effettuare 200 esami con una goccia di sangue. Secondo Preatoni la storia di Holmes è un chiaro esempio della follia della finanza, che guarda solo ai risultati di breve termine, senza approfondire i meccanismi degli oggetti sui quali investe. Una pratica che rischia di portare risultati devastanti.
Qualche giorno fa, casualmente, mi sono imbattuto su “The Inventor”, il documentario della HBO dedicato a Elizabeth Holmes. Se non sapete chi sia sorta di versione femminile di Carneade, non fatevene un cruccio, nemmeno io la conoscevo.
Elizabeth Holmes è stata per almeno 15 anni l’autrice di una truffa ai danni di alcuni tra i più grandi imprenditori americani. “La storia oggi conosciuta come la più grande truffa della Silicon Valley iniziò nel 2003, quando Elizabeth Holmes, una studentessa di 19 anni, abbandonò gli studi alla Stanford University, in California, per fondare a Palo Alto una società di tecnologia che prometteva di rivoluzionare il settore sanitario statunitense e salvare centinaia di migliaia di vite – scriveva qualche tempo fa Business Insider sulle proprie pagine – . L’azienda si chiamava Theranos, dalla fusione dei due termini inglesi therapy e diagnosis, terapia e diagnosi. Negli anni successivi Theranos riuscì a raccogliere più di 700 milioni di dollari da investitori privati e al suo apice, tra il 2013 e il 2014, raggiunse un valore di mercato di 9 miliardi di dollari.”
La storia di Theranos assomiglia un po’ alla storia, più recente dell’italiana “Bio-on”. Una società con grandi potenzialità, presa letteralmente d’assalto dai fondi di investimento – e questo è lo scandalo, perché questi signori dovrebbero investire sulla base di analisi e approfondimenti che, evidentemente, nessuno ha mai fatto – che l’avevano inondata di denaro, pensando di fare fortuna con l’idea della Holmes, quella di rendere disponibile al pubblico e alle farmacie una piccola macchina, delle dimensioni di un pc, in grado, con una goccia di sangue, di fare oltre 200 esami con risultati quasi immediati. “Grazie a questa idea – rivoluzionaria – aggiunge Business Insider –, Holmes aveva convinto diversi fondi e persone molto ricche – tra cui Rupert Murdoch – a investire nella sua azienda, raccogliendo in dieci anni 700 milioni di dollari. Holmes era anche riuscita a convincere diversi politici e personaggi di alto profilo degli Stati Uniti a entrare nel consiglio di amministrazione di Theranos, per dare prestigio alla sua azienda: i due ex segretari di stato Henry Kissinger e George Shultz, l’ex segretario alla difesa William Perry, l’avvocato vicino ai Democratici David Boies, gli ex senatori Sam Nunn e Bill Frist. Mancavano però medici, ingegneri o scienziati.”
Nel 2015 un giornalista investigativo del Wall Street Journal, John Carreyrou, scoprì che la macchina della Theranos non funzionava: il dispositivo era in grado di processare solo una parte molto piccola degli esami che effettuava: dei 215 esami nel catalogo Theranos, solo 15 erano eseguiti con la macchina Edison; per i rimanenti 200 venivano usate delle macchine tradizionali Siemens. La SEC – la Consob degli Stati Uniti – aprì un’indagine, a seguito della quale la Holmes è stata condannata a pagare una multa da mezzo milione di dollari. La truffatrice è ancora sotto processo: rischia fino a 20 anni di carcere per frode finanziaria. Theranos ha chiuso e la Holmes non ha più un soldo.
La storia della Holmes mi ha colpito così tanto perché, secondo me, esemplifica molto bene il mondo e il sistema finanziario con cui siamo obbligati a confrontarci. Gli investitori puntano sulle start up sapendo che su 10 aziende potenzialmente redditizie, 5 falliranno, 3 avranno una crescita relativamente sostenuta e 2 esploderanno creando un nuovo Facebook. È una scommessa alla roulette, senza approfondimenti e basi tecniche. Gli investitori, quelli che oggi puntano sul reddito fisso, anche su quello del nostro Paese, non fanno un ragionamento tanto lontano. I gestori di fondi sono pieni di liquidità, puntano a portare a casa i loro bonus trimestrali e operano in un mercato drogato dalle banche centrali. Tanto per fare un esempio: se gli investitori valgono il 75% degli acquisti di Btp sul mercato, un altro 25% è rappresentato dai programmi di acquisto della Bce. È un mercato perfetto questo? È una bolla e il rischio è che, come nel 2008, a pagare saranno i lavoratori.













