Per la Francia la crisi Covid e i denari del Recovery Fund sembrano essere un’occasione imperdibile per comprare pezzi di finanza italiana. Sì perché se da un lato Macron e soci si lamentano per la lentezza con cui Conte e compagni stanno lavorando al piano da presentare a Bruxelles per ottenere i contributi europei, dall’altra Parigi sembra essersi messa già d’accordo con l’Olanda per introdurre regole ancora più stringenti ai salvataggi delle banche. L’idea sembra essere quella di soffocare le banche in difficoltà (e ce ne saranno tante ne prossimi mesi), per fare in modo che gli istituti francesi possano comprare altri pezzi della finanza italiana.
“Secondo vari osservatori, giorni fa la Francia ha trovato un terreno comune con la Germania e firmato un documento con l’Olanda, il Paese più rigido – scriveva qualche giorno fa Federico Fubini sulle pagine del Corriere della Sera –. Tema: le banche e la gestione dell’ondata di crediti in default per oltre mille miliardi di euro che questa recessione tornerà a creare in Italia e nel resto dell’area. Riservatamente, fra Parigi e l’Aia si profila l’idea di chiudere tutte le strade aperte dal governo italiano negli ultimi anni per salvare l’operatività delle banche in crisi senza falcidiare investitori e risparmiatori in base ai vincoli europei.”
Secondo Fubini la proposta franco-olandese, ben vista a Berlino, impedirebbe le soluzioni con cui vari governi italiani hanno limitato lo choc degli interventi su Monte dei Paschi, Popolari di Vicenza e Veneto, Etruria e le altre. Si mira infatti a limitare la possibilità che ci siano aiuti di Stato in caso di liquidazioni. Si chiede che si applichi il massimo della sforbiciata possibile su investitori e depositanti, anche quando una banca viene sostenuta da un sistema nazionale di tutela dei depositi. Si cerca di limitare le ricapitalizzazioni pubbliche «precauzionali», come quella che salvò Mps, solo a banche che si sottopongano a verifiche europee stringenti sulla situazione attuale dei bilanci e le prospettive future. E si pensa a verifiche simili per molte banche minori.
“In Italia – conclude Fubini – qualcuno sospetta che a Parigi si stia cercando di chiudere le scappatoie per i salvataggi, in modo da gettare le basi di una nuova stagione di acquisizioni di banche italiane in difficoltà da parte di Bnp Paribas, Société Générale o Crédit Agricole. A Parigi si lamenta che a Roma non si lavora abbastanza per preparare la ripresa. Di certo la recessione da Covid farà vincitori e vinti. E che entrambi i Paesi si ritrovino ancora una volta dalla stessa parte della linea di faglia, resta tutto da dimostrare.”













