Secondo uno studio dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre – che ha un ufficio studi molto importante dedicato al mondo dell’impresa – per fronteggiare la crisi generata dalla pandemia il governo tedesco di Angela Merkel ha erogato negli ultimi 7 mesi circa 284 miliardi di euro a sostegno di lavoratori, imprese, scuola, trasporti e sanità. Si tratta di un valore più che triplo dei 90 miliardi spesi dall’Italia durante l’emergenza. Una differenza destinata a pesare quando il Covid, finalmente, si ritirerà e le economie dei Paesi Ue riprenderanno a competere a pieno ritmo.
La Germania sta spendendo in “ristori” dedicati alle imprese colpite dalle misure anti-Covid circa tre volte di quanto investito dall’Italia. “È quanto ha sottolineato la Cgia di Mestre, basandosi sui dati del think tank Bruegel. Il governo Conte, in particolare, ha stanziato meno risorse rispetto al Regno Unito, che (201 miliardi di euro), alla Francia (110 miliardi), ma più della Spagna (46 miliardi) – scriveva qualche giorno fa Gian Maria De Francesco sul quotidiano Il Giornale –. I valori assoluti sono poco indicativi se non confrontati con il Pil: la Germania ha assunto impegni per l’8,3% del prodotto 2019, la Gran Bretagna per l’8%, l’Italia per il 5%, la Francia per il 4,6 e la Spagna per il 3,7 per cento.”
I Paesi più generosi sono quelli che non hanno problemi di bilancio pubblico, spiega De Francesco. I conti in ordine hanno consentito a Merkel & C. di spendere 194 miliardi in più dell’Italia. Nel dettaglio Berlino ha destinato 100 miliardi di euro all’acquisto di partecipazioni di società in crisi (6 miliardi sono andati a Lufthansa), 18 miliardi alle micro pmi e 25 miliardi sono stati erogati alle aziende che hanno subito un calo dei ricavi di oltre il 60 per cento.
“Ed è proprio su questo tasto che batte la Cgia ricordando che alle pmi finora sono stati destinati più di 25 miliardi (includendo il dl Ristori) ma spesso sotto forma di indennizzi, mentre andrebbero rimborsati anche i costi fissi incomprimibili durante il lockdown, aiuto ammissibile dalla Commissione – aggiunge De Francesco – «È vero che avendo un debito pubblico molto elevato queste misure possiamo finanziarle solo in deficit, ma meritavamo, da parte del nostro esecutivo, molte più attenzioni, soprattutto in termini di investimenti», ha chiosato il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo.”
“Il pensiero corre così ai 209 miliardi del Recovery Plan e ai 36 miliardi del Mes che rappresentano l’ultima occasione per l’Italia di rimettersi in carreggiata dimostrando affidabilità nella gestione dell’enorme debito pubblico L’Italia si trova in una posizione difficile: ha un debito pubblico che veleggia oltre il 158% e non ha un’idea chiara su quali investimenti incentivare per sfruttare appieno le risorse comunitarie. E finora ha rifiutato i 37 miliardi del Mes sanitario che avrebbero potuto sbloccare investimenti in altri settori. Il rischio che si debba rendere conto del Sussidistan messo in piedi dal governo è alto – conclude De Francesco – Ecco perché il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, alla Giornata del Risparmio ha sottolineato che «non si può prescindere da uno sforzo notevole, ma alla portata del Paese, per accrescere l’innovazione e la capacità produttiva». L’alternativa è diventare l’ultima ruota del carro in Europa e nel mondo.”













