Mentre a Roma si discute già di come spendere il fantomatico tesoretto da 170 miliardi del Recovery Fund europeo – chissà poi se arriveranno mai questi soldi – in Germania Merkel e soci hanno appena varato una manovra economica da ben 130 miliardi. La parte più consistente di queste risorse servirà a finanziarie uno dei più grandi tagli delle tasse mai realizzati da Berlino, che punta a ridurre l’Iva per rilanciare i consumi e la domanda interna. Ci sarebbe da imparare e non poco.
Il Covid-19 non ha risparmiato neanche la Germania: anche la Merkel si è dovuta piegare a misure di distanziamento sociale e lockdown. E l’epidemia nel Paese non è ancora finita. Tutte le misure che sono state prese hanno causato una contrazione del prodotto interno lordo, non diversamente da quanto è accaduto in Italia: si stima che Berlino, per la fine del 2020, avrà perso circa il 4% del Pil. Molto in senso assoluto, non troppo se lo si paragona al -13% che rischia di subire il nostro Paese.
La Germania però, a differenza nostra, ha un debito pubblico ridotto, ampi spazi di manovra e una classe dirigente lungimirante che ha appena varato una manovra monstre da 130 miliardi, ribattezzata “Der Wumms”, ovvero “il boom”, economico, si intende. Si tratta di meno di 60 interventi con cui la Germania ha, prima ditutto, deciso di operare uno dei più grandi tagli delle tasse della propria storia. Berlino ha deciso di ridurre l’Iva dal 19% al 16% e dal 7% al 5% per sei mesi, con un costo da 20 miliardi. Si tratta di una grande scommessa con la quale Berlino punta a recuperare, in un solo anno, i punti percentuali di Pil che il Paese dovrebbe perdere in questo funesto 2020.
Non è finita qui. Oltre al taglio delle tasse, la manovra prevede riduzioni delle bollette, incentivi per le famiglie e ben 50 miliardi “per l’econonomia sostenibile, energie rinnovabili, digitalizzazione, mobilità. Si guarda al futuro, con investimenti nell’industria dell’auto elettrica (i tanto attesi investimenti per i punti di ricarica) mentre non ci sono incentivi alle auto a benzina o diesel, aiutate indirettamente dal taglio dell’IVA – come scriveva qualche giorno fa Isabella Bufacchi sulle pagine del Sole 24 Ore –. Più investimenti nella rete ferroviaria e aiuti a trasporti locali. Per Deutsche Bahn in arrivo 5 miliardi di ricapitalizzazione, dopo perdite stimate tra 11 e 13,5 miliardi di euro e crollo dei viaggiatori del 90%.”
La grande domanda, di fronte a questo scenario che vede i principali attori europei programmare la ripresa economica è: è l’Italia? Non pervenuta. Ieri sera il premier Conte ha tenuto una conferenza stampa per dire che non esiste un “tesoretto recovery fund” e che tutte le misure saranno concordate con le opposizioni. Di concreto, però ancora niente. A parte l’annuncio dei 600 euro di bonus che non tutti hanno preso e gli incentivi per le bici elettriche. Quelli sì che sono importanti.













