Il Presidente della Consob, Paolo Savona, in occasione dell’incontro annuale con la comunità finanziaria ha voluto difendere il nostro Paese, offrire una soluzione al problema di finanziare la ripresa e mettere in guardia il governo. Secondo Savona l’Italia non rappresenta un problema finanziario né per l’Europa e tantomeno per il resto del mondo. Il Paese, secondo il Presidente di Consob, potrebbe scegliere di finanziare la ripresa attraverso bond irrimedibili e, soprattutto, secondo Savona il governo deve smetterla di incentivare le imprese e i privati a indebitarsi per ripartire. Deve essere lo Stato a farsi carico delle misure necessarie a far tornare la crescita.
Paolo Savona, nel corso dell’incontro annuale con la comunità finanziaria, ha lanciato tre messaggi. Il primo, al governo, perché la smetta con le misure in favore dell’indebitamento delle imprese private: “Se gli interventi decisi per fronteggiare la crisi produttiva si concentreranno in prevalenza sulla concessione di garanzie e di incentivi all’indebitamento delle imprese – ha spiegato Savona –, si avrà un peggioramento della loro leva finanziaria, che renderà ancora più difficile e più lenta la ripresa dell’attività produttiva”.
Basta, quindi, pretendere che i privati si facciano carico del debito della ripartenza: lo Stato deve pensare a nuovi strumenti. In questa fase, Secondo Savona, sarebbe necessario “Emettere obbligazioni pubbliche irredimibili, che potrebbero riconoscere un tasso dell’interesse esonerato fiscalmente pari al massimo dell’inflazione del 2 per cento che la Bce si è impegnata a non superare nel medio termine; e agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzione dell’indebitamento”.
L’Italia, infine, deve smettere di considerata un problema per la comunità finanziaria globale: “All’Italia – ha detto Savona – non mancano solide fondamenta reali, ma scarseggia la loro giusta considerazione: a un anno di distanza non esistono elementi tali da cambiare il giudizio allora espresso”, ha detto, sottolineando che l’importanza della fiducia negli equilibri del mercato finanziario “è stata asseverata nel 2019 da una rilevante discesa dello spread sui rendimenti dei titoli di Stato, pur in presenza di una politica monetaria europea inizialmente più cauta e un lieve peggioramento del saggio di crescita reale”. Gli analisti, spiegato Savona, attribuiscono detto miglioramento al venir meno dei timori di un cambiamento di denominazione del debito pubblico per tornare ad una moneta nazionale. “La recente oscillazione dello spread come conseguenza alle incertezze associate alla pandemia e al vigoroso intervento monetario conferma la mutevolezza della fiducia, assegnando al compito di tenerla sotto controllo caratteristica di obiettivo prioritario dei poteri dello Stato: questo sarà possibile se le autorità europee contrasteranno le valutazioni distorte del mercato”, ha concluso Savona, chiedendo di “cercare la verità nei fatti”.













