Giuseppe Conte si era vantato in conferenza stampa, qualche settimana fa: “Tra giugno e settembre siamo cresciuti più di Francia, Germania e Spagna.” Il tema è che questi tre Paesi, forse, non avevano preso la batosta che aveva preso il Pil italiano. Transeat. Banca d’Italia, a onor del vero, aveva stimato una crescita del nostro prodotto interno lordo del 13%, un record. Il problema è il quarto trimestre dell’anno: la paura di un secondo lockdown ha già fatto crollare la fiducia dei consumatori e la domanda interna. Rischiamo che la caduta del Pil nel 2020 sia ancora peggiore di quanto previsto nei mesi scorsi.
“I primi dati che arrivano dal campo sembrano confermare queste preoccupazioni – scriveva qualche giorno fa Ettore Livini su Repubblica: i consumi elettrici – un termometro fedele sullo stato di salute dell’industria – “sono calati nei primi nove giorni feriali di ottobre del 6,7% rispetto a settembre” calcola Mariano Bella direttore dell’ufficio studi di Confcommercio. Il traffico stradale in Italia monitorato sulle “scatole nere” da Infoblu nei giorni scorsi segna una flessione del 10,3% per i veicoli pesanti. E i passeggeri in transito a Linate e Malpensa “dopo il -64% di agosto sono riscivolati a -71% a settembre”, dice Armando Brunini, amministratore delegato della Sea. Risultato: la fiammata estiva del Pil rischia di essersi già esaurita. E l’economia italiana potrebbe chiudere l’anno al palo, con un ultimo trimestre molto vicino a quella “crescita zero” che da anni affligge il Belpaese. Una rondine insomma (il boom estivo) non fa primavera.”
“Le vendite al dettaglio, per dire, il miglior barometro per giudicare la propensione al consumo degli italiani, avevano segnato ad agosto un +0,8% sul 2019 “grazie soprattutto a un boom delle spese per la casa e per l’abbigliamento grazie ai saldi” dice Mario Maiocchi di Confimprese – aggiunge Livini –. Ma l’analisi fatta da Ernst & Young sul mondo della ristorazione, dell’abbigliamento e della vendita di prodotti non alimentari segnava già a settembre “un peggioramento, con il giro d’affari del comparto in calo del 13,5% sul 2019 contro il -11,9% di agosto”.
Anche perché, conclude Livini, coprifuochi e lockdown in Francia e Spagna torneranno a frenare l’export. I numeri, in effetti, fotografano già la frenata: “Il Pil ad agosto era cresciuto del 6,2%, a settembre del 2,6%, a ottobre dovrebbe essere salito dello 0,9%”, calcola Bella di Confcommercio. E l’incertezza rischia di aumentare la tendenza degli italiani a non spendere accumulando risparmio prudenziale – la liquidità sui conti correnti è salita di 17 miliardi tra marzo e luglio – e di costringere le aziende a rallentare gli investimenti. Bruciando subito il tesoretto di fiducia e ricchezza recuperato con la ripresina estiva.













