L’Ocse ha rilasciato un paio di giorni fa il suo nuovo bollettino. Nella loro palla di vetro, fatta di tabelle e algoritmi, i tecnici di Parigi hanno letto il futuro. Responso netto: le cose vanno male e, se possibile, andranno peggio. C’è da dire che per capirlo non ci voleva certo l’aristocratico centro studi internazionale (uno dei tanti di cui non si capisce bene l’utilità visto che il compito di studiare l’economia internazionale è già svolto dall’Fmi). Comunque le previsioni dell’Ocse hanno un pregio che la stampa italiana ha colto appena di sfuggita. Racconta una verità scomoda perché dice che l’anno prossimo il rapporto deficit/Pil sarà del 2,9%: quindi appena sotto la soglia di compatibilità indicata dal Trattato di Masstricht. Questo vuol dire che il pareggio di bilancio annunciato dal governo Monti non sarà raggiunto. L’obiettivo che rappresentava l’essenza stessa della sua missione sarà mancato. E neanche di pochi spiccioli: un errore del 2,9% del Pil significa, in termini assoluti una differenza di circa 45 miliardi. Non si può certo dire che il bersaglio sia stato mancato di un soffio. Il buco si trascinerà anche nel 2014 portando l’equazione al 3,4%. Per rimettere la macchina in carreggiata servirà una manovra aggiuntiva. Il ministro Grilli ha subito smentito, ma nessuno ci crede.
In realtà l’analisi dell’Ocse ripropone lo scenario che ha portato alla nascita del nostro manifesto “Per una scelta diversa”. In assenza di una politica di sviluppo andremo incontro ad una serie interminabile di manovre d’aggiustamento che, come nel famoso paradosso, non permetteranno mai ad Achille di raggiungere la tartaruga. D’altronde basta vedere quanto sta accadendo in Grecia per capire. La spirale perversa tra tasse, recessione e debito pubblico sta dispiegando i suoi effetti perversi. Per mettere a posto i conti pubblici il governo decide di alzare le tasse. Il maggior carico fiscale manda sott’acqua l’economia che non producendo più ricchezza fa salire il debito. Per bloccare l’emorragia vengono deliberate nuove imposte il cui effetto principale quello di affondare ancora di più l’economia. Il debito cresce e il circo ricomincia.
L’Italia è avviata sulla stessa strada: in un anno di governo Monti il debito pubblico italiano è salito di cento miliardi. Un aggravio senza precedenti. L’economia è scesa tanto che quest’anno il Pil calerà del 2,5% (se tutto va bene). Ora l’Ocse ci dice che anche la “mission” principale del governo Monti (il pareggio di bilancio nel 2013) si è rivelata un insuccesso. Vengono alla mente gli antichi cerusici che, come terapia, imponevano giganteschi salassi per far uscire il morbo dal corpo del malato. I risultati erano piuttosto deludenti e il paziente aveva una tendenza piuttosto spinta a morire anemico. Oggi non è diverso: i medici di Bruxelles stanno imponendo grandi salassi di ricchezza per espellere sprechi, inefficienza e in genere i cattivi umori. I risultati, al momento, però non sembrano distanti da quelli ottenuti dalle sanguisughe dei cerusici.
La redazione













