Tanto tuonò che, alla fine, piovve. L’avevamo detto e scritto: finito il blocco dei licenziamenti si sarebbe aperto un periodo duro per il lavoro in Italia. Un esempio significativo è quello della Gkn di Campi Bisenzio: qualche giorno fa i vertici dell’azienda hanno mandato gli operai in vacanza e poi, con una comunicazione email, hanno fatto sapere che la società avrebbe chiuso. Difficile non prevedere un autunno caldo, al punto che il governo ha deciso di convocare le aziende che hanno iniziato a licenziare.
“Il governo scende in campo sui casi Gkn e Gianetti, le due aziende controllate da gruppi stranieri che nei giorni scorsi hanno licenziato in tronco i propri dipendenti, 422 la prima, 152 la seconda – scriveva lunedì mattina Roberto Mania sul quotidiano La Repubblica –. Già oggi i ministri dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (Lega), e quello del Lavoro, Andrea Orlando (Pd), potrebbero decidere di convocare, su tavoli separati, i due gruppi multinazionali. Palazzo Chigi per ora non si muove ma sta valutando se assumere una iniziativa, anche per il clamore che le due vicende hanno provocato.”
Molto difficile, praticamente impossibile – secondo Mania – una modifica della norma che il 30 giugno scorso ha sbloccato i licenziamenti per tutti i settori industriali con l’eccezione della filiera del tessile e della moda, nonostante il segretario Pd Enrico Letta abbia parlato di «revisione». Quella norma infatti è stata voluta dal premier Mario Draghi dopo che il ministro Orlando aveva provato a prorogare il blocco dei licenziamenti fino ad agosto, mese entro il quale dovrebbe essere approvata la riforma degli ammortizzatori sociali. D’altra parte i dati aggregati in mano ai tecnici del governo non fanno scattare, per ora, alcun allarme licenziamenti. A conferma di questa tesi un grafico elaborato da Veneto Lavoro sui licenziamenti per motivi economici nei mesi di giugno e luglio (compresa quindi la prima settimana dello sblocco) indica, nella Regione, un andamento identico a quelli relativi allo stesso periodo nel 2018 e nel 2019, cioè prima del blocco.
Finora, precisa Repubblica, nemmeno i sindacati avrebbero denunciato una corsa ai licenziamenti. Il rischio però esiste e le procedure avviate dalle multinazionali non sembrano lasciare grande spazio alla trattativa: nel caso dei due gruppi, le società hanno deciso di procedere senza alcun negoziato con i sindacati e con una comunicazione diretta ai lavoratori attraverso una mail in un caso (Gkn) e un messaggio WhatsApp nell’altro. Quel che è certo è che, dopo la pandemia, il sistema economico sta cambiando in maniera radicale, le aziende sfrutteranno ogni finestra disponibile per procedere alle ristrutturazioni necessarie a metterle in condizione di operare nel nuovo contesto economico.La grande variabile ora è la ripresa: se non sarà così brillante come tutti, compreso Draghi, annunciano, se a ottobre ci troveremo tra nuovi lockdown, potete stare certi che ci sarà da preoccuparsi per l’economia del Paese e per quella globale.













