Lo Stato promette aiuti ai lavoratori e alle imprese. Ma poi da queste ultime pretende l’Iva subito. Il Governo invita le aziende agli Stati Generali ma nel frattempo chiede a Bruxelles di prorogare il regime di prelievo anticipato dell’imposta sul valore aggiunto.
Come racconta, oggi, Antonio Castro sulle pagine di Libero il governo sta preparando “una sorpresina indigesta” che peserà per 2,5 miliardi sulle spalle delle imprese. Il giornalista ha raccolto la testimonianza del Presidente dell’Ance Acer di Roma, Niccolò Rebecchini, che racconta come il governo “agli Stati generali per il rilancio dell’economia ci invita. Ci corteggia. E ci chiede pure un parere sul futuro. Poi, neppure il tempo di alzarci dal tavolo, e ci troviamo questa bella richiesta di proroga dello split payement.”
Di cosa si tratta? Dal 2015, spiega ancora Castro, il meccanismo dello split payement prevede che la pubblica amministrazione, quando ricorre a prestazioni o servizi da parte di un’impresa, versi l’Iva direttamente all’Erario. “Proprio nelle scorse ore – prosegue Libero – il govenro, senza neppure informare le imprese, ha chiesto a Bruxelles di prorogare per altri 3 anni questo meccanismo. Una partita di giro che vale, appunto, 2,5 miliardi l’anno. Soldi che servivano alle imprese come flusso di cassa. E che di nuovo verranno fagocitati anticipatamente nel bilancio dello Stato.”
Il meccanismo, inizialmente, era nato come strumento per contrare in alcuni settori ipotesi di evasione dell’imposta sul valore aggiunto. Oggi però inizia a rappresentare un sistema attraverso cui lo Stato si fa anticipare parte dell’imposizione fiscale. Le imprese, attraverso lo split payment, diventano una sorta di bancomat, a cui vengono sottratti importanti flussi di cassa.
Un sistema che, però, le imprese non sono più disposte a tollerare: “La tracciabilità con la fatturazione elettronica – spiega ancora nell’intervista a Libero, Rebecchini – ha reso impossibile l’evasione. Con questo giochino, che somiglia tanto ad un alibi per fare cassa, lo Stato non paga l’Iva alle imprese ma le imprese la pagano eccome quando comprano materiali o un servizio. Morale: l’impresa va a credito di Iva. E visto lo Stato non rimborsa subito, lo Stato utilizza le imprese come un bancomat. Costringendole ad accendere ulteriori finanziamenti. E a indebitarsi ulteriormente.”













