Le sanzioni del mondo occidentale nei confronti della Russia sono andate a segno: a partire da questa mattina è ufficialmente un “black Monday”, un lunedì nero per i mercati a Mosca. Il rublo è crollato di oltre il 28% a un minimo storico all’inizio degli scambi odierni, con le pressioni sul sistema finanziario del Paese che si fanno sempre più pesanti. La banca centrale ha vietato ai broker di vendere titoli a non residenti a partire da oggi, 28 febbraio, nel tentativo di proteggere i beni della nazione dalle ingenti sanzioni occidentali. Mentre si attendono esiti incerti e poco ottimisti su negoziati tra le delegazioni russe e ucraine, la tenuta finanziaria di Mosca trema.

“Il rublo è sceso a quasi 118 contro il dollaro USA dopo un fine settimana in cui il presidente russo Vladimir Putin ha messo in allerta le sue forze nucleari e Stati Uniti ed Europa hanno scatenato le loro sanzioni più dure nel tentativo di tagliare il Paese fuori dal sistema finanziario globale – scrive questa mattina Violetta Silvestri sul sito Money.it –. Al momento in cui si scrive il cambio USD/RUB viaggia sui 90 dollari a rublo. In questa cornice, la banca centrale russa ha quasi raddoppiato il tasso di interesse chiave del Paese dal 9,5% al 20%. La decisione è progettata per compensare l’aumento del rischio di deprezzamento del rublo e inflazione, ha sottolineato l’istituto.”

Ciò fa seguito, spiega Silvestri, all’ordine di fermare le offerte degli stranieri di vendere titoli russi nel tentativo di contenere le ricadute sul mercato. La banca ha anche affermato che libererà 733 miliardi di rubli (8,78 miliardi di dollari) nelle riserve delle banche locali per aumentare la liquidità. In questa turbolenza finanziaria, oltre al blocco temporaneo delle vendite alla borsa di Mosca, la banca centrale ha affermato che i mercati valutari e pronti contro termine apriranno con tre ore di ritardo alle 10:00 ora locale. Si tratta delle misure più incisive adottate da Mosca dopo l’ultimo round di sanzioni, con gli Stati Uniti e l’Unione Europea che hanno deciso di bloccare potenzialmente l’accesso a gran parte dei 640 miliardi di dollari che la banca centrale del Paese ha accumulato per ridurre la dipendenza del Cremlino dai mercati internazionali.

“S&P Global Ratings ha abbassato il punteggio di credito della Russia al di sotto dell’investment grade, mentre Moody’s Investors Service ha messo la nazione in revisione per un downgrade – conclude Silvestri – Ulteriori misure per escludere alcune banche russe dal sistema di messaggistica Swift potrebbero soffocare ulteriormente il sistema bancario nazionale.”

facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmailfacebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail