E fu così che persino i vertici di Banca Intesa, il più grande istituto di credito italiano, iniziarono a temere la rivolta sociale. La scorsa settimana, sulle pagine del quotidiano La Stampa, Francesco Spini ha intervistato l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina: nel corso della chiacchierata Messina si è domandato, se ci fa paura la manifestazione di qualche migliaio di no vax, se in futuro le condizioni dell’economia non miglioreranno come potrà il Paese gestire l’insurrezione dei milioni di poveri che oggi non riescono ad arrivare a fine mese?

“Le banche non sono più un problema, «non vedo crisi all’orizzonte», dice. L’inflazione che avanza anche in Europa «non ha un carattere strutturale». Secondo Carlo Messina la legge di Bilancio dimostra «pragmatismo e realismo». Ma anche un banchiere di primo piano come l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo mostra di avere le idee chiare di quello che dovrebbe essere il futuro politico del Paese: ritiene che a Palazzo Chigi oggi «ci sia il meglio che l’Italia possa esprimere» – scrive Francesco Spini sulla Stampa –. L’ottimo, insomma, è che Mario Draghi resti dov’ è. Lasciando intendere che anche Sergio Mattarella, «galantuomo che ha gestito fasi difficili del populismo e della pandemia in modo unico», sarebbe bene non cambiasse indirizzo e rimanesse al Quirinale. Secondo Messina, il momento è cruciale e la priorità resta «la lotta alla povertà». Ecco il dialogo con il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, nel corso de «L’Alfabeto del futuro».”

Secondo Messina “I consumi hanno ripreso e questo ha portato a un’accelerazione della crescita. In parallelo negli ultimi mesi si è assistito a un ritorno degli investimenti da parte delle imprese e, in collegamento con l’avvio del Pnrr che ha cominciato a far attivare degli investimenti pubblici, questo sta generando una crescita del Pil che secondo me supererà il 6%, che rappresenta anche un volano per entrare nel 2022 con un potenziale di crescita intorno al 5%. Ora dobbiamo fare in modo che la crescita risulti sostenibile, che non sia solo collegata al 2021 e al 2022, ma che si realizzi poi negli anni successivi. E qui è fondamentale il corretto utilizzo dei fondi che ci arriveranno dall’Europa”.

Per Messina però “occorre fare molto di più. Più che finanziario, è stato questo il vero “spread” rispetto a paesi come Germania e Francia. Ora la macchina si sta muovendo partendo dalle grandi aziende che stanno cominciando a ridurre i depositi bancari e a usarli per fare i loro investimenti. E alle grandi aziende stanno seguendo in filiera le piccole e medie imprese. Quando si muovono le pmi si genera un ciclo di crescita che ha delle condizioni strutturali. Gioca molto la fiducia: per poter realizzare dei percorsi di investimento le imprese devono vedere delle prospettive di sostenibilità nei loro investimenti. E qui credo che sia fondamentale il collegamento con il Next Generation Eu. Se quel piano non dovesse avere un’accelerazione ci troveremmo con un ulteriore freno agli investimenti e ciò, in termini di prospettive del Paese sarebbe drammatico”.

E qui arriva la battuta cruciale di Messina, che spiega: “Nell’ultimo anno la situazione relativa alla povertà si è ulteriormente deteriorata. Rappresenta una priorità assoluta. Se noi siamo preoccupati per ciò che accade nelle piazze per mille, 5 mila manifestanti per il green pass, immaginiamo cosa comporta avere 5 milioni di poveri che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, a mangiare, a soddisfare bisogni elementari.È indispensabile poter accelerare sulla crescita, che porta posti di lavoro e dignità, e fare interventi immediati come il reddito di cittadinanza. Le priorità sono il contrasto alla povertà e dare vaccini ai Paesi che non ne dispongono. Sono più importanti del Clima, a cui ci si potrà dedicare negli anni a venire.”

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