Paolo Savona aveva ragione. Si sta verificando quello che si proponeva di governare con il Piano B: l’implosione dell’Unione Europea. Tale preveggenza, invece di un premio, gli è costata il ministero del Tesoro per il veto di Mattarella e della Germania. Adesso si scopre che le sue proposte saranno utili all’Italia e alla stessa Europa. Maastricht è stato un colossale disastro politico. Al Consiglio europeo di giovedì e venerdì Germania e Francia cercheranno di imporre la loro riforma della governance economica dell’eurozona per salvaguardare i loro interessi a scapito dell’Italia. Fino ad oggi la narrazione ufficiale ripetuta dalle nomenclature europee (come dai governi italiani) e amplificata dai media, ci vedeva come il Paese che doveva fare «i compiti a casa», cioè sacrifici lacrime e sangue, altrimenti avrebbe avuto la colpa di far naufragare tutta l’Europa. Oggi è evidente che non è così, anzi: non è mai stato così. Si scopre invece che – come aveva scritto Savona – i Trattati di Maastricht erano sbagliati e sono stati gestiti dalla Commissione europea ancora peggio. Per esempio non applicando gli articoli che avrebbero impedito alla Germania il suo mostruoso surplus commerciale. La paralisi della Ue è dunque provocata dall’architettura non cooperativa di Maastricht, ovvero dai paesi che non vogliono rinunciare alle posizioni di privilegio (Germania in primis). Proveranno a scaricare la colpa del collasso sull’Italia perché si rifiuterà di sacrificarsi ancora una volta per gli interessi altrui. Fino a ieri Germania e Francia potevano contare sulla sudditanza politica e psicologica dei governanti italiani, sempre timorosi di essere colpevolizzati «dall’Europa» e dai media. Ma ora tutto è cambiato. È la paura dell’isolamento che ha tenuto in riga l’Italia nel corso dei decenni e le ha fatto accettare una legislazione manifestamente contraria all’interesse del paese, come la direttiva sulle banche (il bail-in) o anche il Fondo salva Stati» (nel primo caso pagano i risparmiatori, nel secondo è lo Stato italiano che paga salatamente: quindi sempre noi). Ora tutto è cambiato. E qui tornerà importante il contributo di Paolo Savona per far ritrovare all’Europa la strada del buon senso e della giustizia.













