L’inflazione morde. In Europa e soprattutto negli Stati Uniti. I mercati continuano a sperare che la Federal Reserve, la banca centrale Usa, non alzi i tassi, ma è una speranza abbastanza vana. Tre, o forse, quattro rialzi dei tassi di interesse ci aspettano, da qui a fine anno. Questo significa rallentare la corsa dell’economia. Che può essere una misura buona per gli States, ma che in Europa, che prima o poi, vedrete finirà per accodarsi alla misura, rischierà di ridurre ancora una volta il reddito di chi oggi, già, è in difficoltà.
I tassi saliranno, inutile sperare qualcosa di diverso. Lo scrive un economista di Generali Investments, Paolo Zanghieri, sulle pagine di Start Magazine, che ha pubblicato uno studio in cui spiega che “A partire dalla riunione di dicembre, l’economia ha continuato a migliorare ma l’inflazione si è rivelata più ostinata e diffusa del previsto. Inoltre, all’inizio di questo mese, nel suo discorso di conferma, il presidente Powell ha affermato esplicitamente che un’inflazione persistentemente elevata potrebbe ostacolare il raggiungimento della piena occupazione. Ciò fa eco agli avvertimenti di diversi membri del Fomc, suggerendo che potrebbero essere necessari più dei tre aumenti previsti per il 2022 nella riunione di dicembre. Le valutazioni attuali sui mercati prezzano leggermente sopra lo scenario di quattro rialzi dei tassi quest’anno.”
Senza un rapido calo dell’inflazione in primavera, spiega Zanghieri, sarà necessaria una combinazione di quattro rialzi dei tassi e l’inizio di un inasprimento quantitativo, ovvero la riduzione delle posizioni obbligazionarie. Di conseguenza, ci aspettiamo che Powell suggerisca con forza che il primo rialzo dei tassi avverrà già a marzo. Solo dati pessimi sul mercato del lavoro di gennaio e/o un inasprimento sorprendentemente rapido e consistente delle condizioni finanziarie nella prossima settimana spingerebbero la Fed a ritardare il primo aumento dei tassi.
A dicembre Powell ha dichiarato che l’inasprimento quantitativo inizierà prima e più rapidamente rispetto all’ultimo episodio; in seguito diversi membri del Fomc lo hanno ribadito, senza fornire molte informazioni aggiuntive su cosa significhi “prima e più veloce”. Questo mercoledì, Powell potrebbe iniziare a discutere i possibili scenari per guidare le aspettative.
“Eppure molte domande rimarranno probabilmente senza risposta, come i limiti all’importo delle obbligazioni non reinvestite, la possibilità di vendere attività oltre a non reinvestire le obbligazioni in scadenza e come cambierà la composizione del bilancio della Fed durante il processo – conclude Zanghieri –. Prevediamo che l’inasprimento quantitativo inizierà nel terzo trimestre, dopo due rialzi dei tassi, e quindi la riunione di maggio sarà un momento adatto per la Fed per precisare i dettagli.”













