La bomba della rivolta sociale sembra pronta a scoppiare dopo il Covid. Così come l’assassinio del principe Francesco Ferdinando fece scoppiare la prima Grande Guerra, lo sciopero dei portuali di Trieste sembra pronta a far scoppiare le tensioni sociali. L’oggetto del contendere è sempre il Green Pass: se le vaccinazioni sono riuscite a contenere la pandemia, il rischio è che siano gli scioperi a bloccarla di nuovo. Come finirà?

“Siamo in dittatura, faremo comunque lo sciopero e vedremo chi vincerà”. Lo ha dichiarato, stando a quanto scrive oggi Tgcom24, il portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste, Stefano Puzzer, annunciando che il blocco dell’attività, previsto dal 15 al 20 ottobre, verrà attuato nonostante l’iniziativa sia stata dichiarata illegittima. Arriva però uno spiraglio dal direttivo: “Pronti a discutere in caso di slittamento del pass”.

“Alla circolare del governo che definisce illegittimo lo sciopero – spiega Tgcom24 – il Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste replica che si tratta in realtà di una protesta che non rientrerebbe tra quelle dichiarate illegittime dalla Commissione di garanzia sullo sciopero e Volk spiega: “L’eventuale violazione della legge per l’osservazione dei servizi pubblici essenziali riguarda alcuni settori ma non quello dei portuali e non tutti dell’industria”. In una nota dei portuali si legge,  in merito alla circolare dell’esecutivo: “Crediamo che qui il governo lanci un chiaro messaggio ‘siamo in dittatura’ e si fa come vogliamo noi. Bene, il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste risponde che crediamo nella Costituzione Italiana e quindi siamo convinti di essere in democrazia. Democrazia contro dittatura? La democrazia vincerà”.”

Bisognerà capire come reagiranno gli altri lavoratori, nel resto d’Italia. La sensazione è che i “no pass” siano stati, fino a questo momento, archiviati a banale fenomeno folkloristico, considerati una minoranza tutto sommato curiosa di gente che crede che la terra sia piatta e che nei vaccini qualche strana stregoneria. Questa mattina, però, il Corrierone nazionale – attraverso la voce di Goffredo Buccini – provava, per la prima volta finalmente, ad analizzare seriamente il fenomeno.

L’acredine contro il green pass sembra incanalare, di fatto, la frustrazione di chi non ha un lavoro, di chi l’ha perso, di chi ha paura, di chi vorrebbe tornare a una vita normale dopo due anni di guerra contro il Covid. Non è più fenomeno da derubricare a stramberia folkloristica, sicuramente non dopo l’assalto alla sede della Cgil di Roma. Va preso sul serio, in tutte le sue sfumature. Perché – come insegnava il Manzoni descrivendo l’assalto al Forno delle Grucce – il popolo, sotto la pressione della rabbia, rischia di comportarsi in maniera irrazionale. E qualcuno tenta già di cavalcare la rabbia.

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