È passato un anno, esatto, da quando, nel 2020, gli Italiani si sono dovuti barricare in casa, durante il primo lockdown. Le file davanti ai supermercati e alle farmacie, le balle governative sulle mascherine “che non servivano” (poi ci hanno spiegato che era una bugia a fin di bene, perché i dispositivi di protezione mancavano), i negozi e le scuole chiuse, gli imprenditori e i lavoratori precari disperati.
Speravamo di esserci lasciati tutto questo alle spalle e invece ci si siamo di nuovo dentro. Le varianti stanno assalendo la popolazione d’Europa e minacciano la salute dei ragazzi e dei bambini. La campagna di vaccinazione va a rilento, nel frattempo il virus muta, si organizza per diventare ancora più aggressivo. Ecco allora che spunta l’ipotesi di un lockdown totale di tre settimane. Nel frattempo gli unici che possono pensare a riaprire qualcosa sono i cittadini della Gran Bretagna: usciti dalla Ue si sono approvati il vaccino a tempo di record, hanno immunizzato una percentuale significativa di popolazione e ora pensano a riprendere una vita normale.
Noi invece rischiamo di ritrovarci chiusi in casa e a lungo. Non ci credete? Leggete un po’ cosa scrivono oggi Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini sulle pagine del quotidiano La Repubblica: “Nei prossimi cinquanta giorni, da oggi sino alla fine di aprile, è previsto l’arrivo in Italia di 26 milioni di dosi di vaccino. E l’indicazione che il governo ha dato alle Regioni è molto chiara: dovranno essere somministrate tutte, nel più breve tempo possibile. Per farlo – e dunque per organizzare la più grande campagna di vaccinazione di massa del nostro Paese – Roma ha assicurato che metterà sul tavolo tutti gli sforzi necessari, in termini di personale e di spesa. Ma senza precedenti potranno essere anche i mezzi per arrivare all’obiettivo: la parola “zona rossa” per tutta l’Italia, infatti, non è più un tabù. Se dovesse essere necessario un lockdown per vaccinare più in fretta, ragionano fonti di governo, «siamo pronti». Magari lasciando fuori dalle restrizioni alcune Regioni con tassi di contagio da zona bianca. Anche di questo si discuterà nella riunione straordinaria che si terrà oggi tra i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, il capo del Cts Agostino Miozzo e il commissario per l’emergenza, Giuseppe Figliuolo. Al termine della quale il presidente del Consiglio, Mario Draghi, farà un punto con la cabina di regia di maggioranza per decidere il da farsi.”
Ovviamente il quotidiano romano ci racconta la storia della super zona rossa in un contesto positivo. “Serve a fare le vaccinazioni di massa.” Perché le vaccinazioni di massa non si potevano fare anche in zona gialla? La verità è che, per l’ennesima volta, a Roma si sono prese decisioni tardive: la terza ondata è partita e, per giunta, a cavalcarla è la variante inglese che a Londra ha fatto una strage di malati e di vittime. La stessa emergenza, da qui a fine mese, come minimo, sarà da gestire anche qui.
Non vogliamo neanche pensare a quei ristoratori e a quegli imprenditori che avevano appena ripreso a respirare, con quel poco di lavoro che era ripartito dopo le ultime aperture.













